Somalia, Ghana, Nigeria, Eritrea, Sudan, Etiopia, Costa D'avorio, Egitto, Burkina Faso, Niger, Liberia, Togo, Guinea, Benin, Marocco, Ciad, Kenia, Senegal, Sierra Leone... insomma Africa... ed ancora Afganistan, Pakistan, Siria, India, Iraq, Palestina: questi gli infiniti luoghi di povertà e di sofferenza da cui proviene il vascello di umanità che approda in questa isola di accoglienza, extracomunitari arrivati in Italia nei modi più disperati ed impensabili ma con una costante comune, la mancanza di certezza dell'arrivo.
Colpisce nel profondo toccare con mano la dura contraddizione tra sofferenza e gioia di questo luogo; la sofferenza di chi ha ancora dei sogni ma non sa cosa lo aspetta in un futuro neanche troppo lontano e la gioia di collaborare ad un meraviglioso progetto di cui tutti fanno parte.
Tanti sono i volontari che collaborano insieme agli stessi ospiti per mandare avanti questa enorme macchina per l'altro; si raccolgono gli indumenti donati, immediatamente distribuiti per mancanza di magazzini , si lava, si stira, si costruiscono brande in legno e metallo per rendere più numerosa e dignitosa l'accoglienza, si prepara il pane e si cucina per tutti, insomma un formicaio laborioso, collaborativo ed efficiente che si muove all'interno dei tanti laboratori presenti nella Cittadella dove si lavora e si impara, senza però azzerare mai il ricordo di chi si è e da dove si viene, trovando un pizzico di serenità con un gioco della propria infanzia, il Wari.
Dal 12 gennaio del 2023 Biagio non è più tra noi, e chi continua la sua opera con fatica e amore è Don Pino che lo ha sempre seguito negli anni e che con lui ha condiviso gioie e dolori successi ed insuccessi, e noi, spettatori distanti, sdraiati nel nostro prato di sicurezze e comodità dovremmo ricordare sempre che il sogno di accoglienza per un mondo migliore non dovrebbe essere solo di un uomo ma di tutti noi.